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Episodio 13: L'amore incondizionato del bambino è una questione di sopravvivenza. Tratto dal Capitolo 2 del libro: Ti vedo Figlio? Esperienze di un padre con la Verità.

La quintessenza dell’essere genitori, è comprendere come cresciamo e ci sviluppiamo da bambini, nella relazione con i nostri genitori.

Esiste un’incommensurabile vulnerabilità dell’essere, che spinge amorevolmente il bambino a seguire interamente il percorso del genitore, senza giudizio. Non capiremo mai completamente alcune cose nella vita. Questo cieco impegno del bambino nei confronti della figura genitoriale è sbalorditivo. E’ davvero disarmante. Ha una bellezza incondizionata, che sfido possa essere trovata altrove. È la resa della Vita stessa. Perché la Vita dovrebbe farlo? Tuttavia, ha scelto questo modo. Il minimo che possiamo fare è alzare il nostro sguardo sull’immensità delle sue implicazioni, immergendoci seriamente, insieme.

Essendo i nostri genitori la prima relazione che scopriamo nella vita, diventano anche il nostro percorso per connetterci con il mondo e con la realtà. Ci crescono nel nome della Vita. Questa è la prima cosa che noi genitori dobbiamo capire: i bambini appartengono alla vita stessa, non sono nostri, così come noi non siamo una proprietà dei nostri genitori.

Sia le antiche tradizioni che la psicologia moderna, riconoscono quanto siano determinanti i primi anni di vita vissuti con i genitori, quando siamo adulti. Le ricerche sul cervello hanno contribuito immensamente, negli ultimi due decenni, aiutandoci a capire da una prospettiva neurobiologica come lo sviluppo del cervello determini i nostri primi anni di vita e viceversa. Il modo in cui il cervello umano cresce dipende dall’esperienza del bambino con le persone e il suo mondo. Indovina chi sono queste persone? Lo stress nella prima infanzia può disturbare i sistemi neurologici, metabolici e immunologici, portando a risultati di sviluppo più scarsi. I primi 8 anni di vita di un bambino costituiscono le basi per la salute futura e il successo nella vita (1). 

Il futuro bambino vede, ascolta, sperimenta, assaggia e impara in utero, anche prima della nascita. Non solo risponde agli stimoli fisici, come il calore, il suono, ciò che la madre mangia quotidianamente, ma anche ai suoi pensieri e al suo stato emotivo. (2)

Per la prima volta in decenni di autoindagine e ricerca spirituale, sento persone,  provenienti dal mondo della scienza, abbracciare il fenomeno della coscienza come qualcosa che non è prodotto dal cervello, che emerge in un momento particolare dello sviluppo del cervello, ma insieme alla vita stessa. La coscienza è l’essere del corpo (Solms). È la vita che l’embrione possiede già dentro, e grazie alla quale si evolve da embrione, a feto, a bambino per diventare un essere umano. (3)

Come genitori forgiamo, consapevolmente o meno, un progetto che determina l’esperienza di vita del bambino. Siamo le loro radici e una figura archetipica, nella psiche del bambino e futuro adulto. Questo non è specie-specifico, ma succede ai mammiferi in generale. Il neonato attraversa un processo genitoriale, di socializzazione, imparando dalla madre e dal padre ogni modo possibile per sopravvivere nella vita. Ciò che vediamo ed etichettiamo come amore è una questione di sopravvivenza.

Come genitore, probabilmente sei stato in qualche situazione in cui tuo figlio, immerso nel suo mondo, sembrava non prestare attenzione a te, quand’ecco che, all’improvviso, ti ha risposto e ti ha fato capire di averti ascoltato e scrutato, attentamente, tutto il tempo! Ecco come funziona il condizionamento. Il cervello del bambino produce connessioni ininterrottamente, 24 ore al giorno, anche se non sembra di farlo.

Quando ci modelliamo sull’immagine dei nostri genitori, cristallizziamo nel nostro modo di essere tutto ciò che amiamo ma anche rifiutiamo di loro. Il punto è che ciò a cui resistiamo persiste nella nostra vita, in un modo o nell’altro. E persiste perché si investe molta energia nel rifiutare qualcosa: l’attenzione si focalizza su quello che non si vuole, che ovviamente viene percepito maggiormente, quindi, anche sentito con più persistenza e intensità.

Ad esempio, mi sono sempre sentito a disagio per il modo in cui guida mia madre, secondo me pieno di dubbi e insicurezze. Un altro aspetto che mi infastidiva era la sua tendenza a sentire perennemente freddo, anche durante l’estate. Potrebbero sembrare cose strane o assurde per te, ma per me erano un problema. Andare in macchina con mia madre era sempre una sfida e un momento pesante, denso di emozioni a me sgradite. Nonostante i suoi discorsi sul sentire freddo fossero razionalmente leciti, per me il sentirli era esasperante.

Indovina un po’? In un mondo con più di 7 miliardi di persone, la mia compagna ha rivelato avere gli stessi identici tratti in questi due aspetti, e non solo. È semplicemente una coincidenza senza rilevanza? Non penso proprio, per niente.

Ricordiamoci: il nostro amore da bambini risponde alle leggi dell’evoluzione tramite la selezione naturale, che grazie al modellamento dei genitori, ci spinge nella sfida della sopravvivenza.

 

(1) Lara R. Robinson, PhD1; Rebecca H. Bitsko, PhD1; Ross A. Thompson, PhD2; Paul H. Dworkin3; Mary Ann McCabe4; Georgina Peacock, MD1; Phoebe G. Thorpe, MD5 . CDC Grand Rounds: Addressing Health Disparities in Early Childhood. Weekly / July 28, 2017 / 66(29);769–772

(2) Pamela Sue, Right Brain Education, Changing the world one heart at a time; Hickein 2009.

(3) Le implicazioni vanno oltre la scienza, motivo per cui gli scienziati non vogliono andare lì e abbracciare una comprensione o una prospettiva filosofica. Le antiche tradizioni, in particolare l’Advaita Vedanta, sostiene che il principio della Vita, qualunque sia il nome che vogliamo darLe, è uno. La mente e il corpo sono una cosa sola, ma sono percepiti come due manifestazioni distinte della stessa realtà. L’una non può essere vista senza l’altra. Essi distinguono anche tra l’ignoto e l’inconoscibile.
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Sull'autore

Daniel Bravo

Laureato in Economia, sono nato a Santiago del Cile. Vivo attualmente a Valeggio sul Mincio. Coach, Trainer e Temazcalero da oltre 20 anni, sono anche padre di un figlio di 10 anni. Grazie a lui ho avuto l’ispirazione e coraggio di scrivere il mio primo libro: Ti Vedo Figlio? Esperienze di un Padre con la Verità".

Ho creato il primo percorso di Coaching del Risveglio "Genitorialità: Scuola di Vita",  che intreccia l’esperienza vissuta come padre e 22 anni di meditazione e ricerca spirituale. Riflette un percorso interiore con oltre 15 viaggi in India e Messico e circa 200 workshop/temazcal come Coach/Temazcalero.

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